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Nel post di oggi vi presento Claudio, 58 anni, ex-commerciante, ora titolare di “Le Stanze del Trenino Rosso”, design b&b a Tirano. In questo post ci racconta la sua nuova vita dedicata all’accoglienza.

Quando, facendo i conti, ho capito che la pensione era vicina, ho deciso di tirare fuori un vecchio sogno dal cassetto: ristrutturare un grande appartamento nel centro storico di Tirano e trasformarlo in una foresteria di design. Ripercorrendo la mia vita, ora che ho più tempo libero, mi sono reso conto che il mio sogno nel cassetto aveva radici lontane. Nato e cresciuto vicino a Bormio, ho vissuto in prima persona l’evoluzione del turismo valtellinese degli ultimi 50 anni. Quando ero bambino, i turisti erano costituiti da famiglie brianzole che affittavano gli appartamenti in paese e trascorrevano qui gran parte dell’estate. Per i locali non erano tempi facili e affittare casa era a tutti gli effetti un’integrazione di reddito per la famiglia ospitante. La villeggiatura era fatta di cose semplici: camminate, lunghe chiaccherate con la gente del paese, pasti  cucinati in casa. Con alcuni di questi ospiti, che per rispetto chiamavamo i “sciori”, sono nate nel tempo delle vere e proprie amicizie che durano ancora oggi.

Poi il mondo è cambiato, l’avvento dei social ha rivoluzionato il modo di andare in vacanza e oggi le persone non vanno più in villeggiatura, ma vanno a caccia di esperienze vere. Nel frattempo mi ero sposato e trasferito a Tirano, dove ho aperto e gestito per 27 anni un negozio di articoli sportivi. Nel 2008 l’Unesco ha inserito la ferrovia Retica nei patrimoni dell’Umanità, la città di Tirano un po’ alla volta si è organizzata e da Cenerentola del turismo valtellinese si è trasformata in una vera première dame. Nel 2011 ho fondato con mia moglie un’attività di servizi turistici nel cuore del centro storico ed abbiamo iniziato ad accompagnare gruppi di escursionisti sul Trenino Rosso del Bernina e in giro per la Valtellina. In breve l’attività è cresciuta e si è trasformata in agenzia viaggi. Intanto la richiesta di posti letto legata al Trenino Rosso cresceva in continuazione e a quel punto, con mia moglie Stefania mi è sembrato naturale fare il passo successivo, aprire una foresteria tutta nostra proprio sopra l’agenzia viaggi. Ecco come, a 58 anni, sono diventato host.

Vi confesso che svolgo la mia nuova attività con grande passione. La mattina esco prima delle 7 in bicicletta per acquistare i croissant e la torta appena sfornati dalla pasticceria, poi continuo il mio giro di compere per acquistare il pane fresco, il latte, formaggi e gli affettati del territorio per la colazione degli ospiti. Nella nostra casa la colazione si fa tutti insieme intorno ad un grande tavolo di legno firmato Lago. Se c’è tempo mi piace tirare tardi conversando con gli ospiti del più e del meno davanti ad un caffè. Il fine settimana mi raggiunge anche Stefania a dare i suoi consigli di viaggio sul Trenino Rosso e su cosa fare e vedere in Valtellina. Noi la chiamiamo colazione con la guida. Per il resto la giornata scorre veloce: c’è da pensare alle pulizie, alla lavanderia, rispondere alle mail e far fronte a mille altre incombenze. E la sera sono di nuovo pronto per l’accoglienza dei nuovi ospiti in arrivo.

Se mi chiedete se sono felice, la risposta è sì, moltissimo. Certo, non tutto è perfetto. La nostra è una piccola struttura con soli 10 posti letto. Abbiamo seguito i lavori come si fa con un figlio, curando i minimi dettagli: gli arredi di design, le stanze immacolate, i fiori freschi tutti i giorni. Ma non è certo il Grand Hotel. Nella nostra casa non c’è l’ascensore. Per arrivare da noi al secondo piano dello storico edificio dove siamo situati gli ospiti devono salire ogni volta 40 scalini e questo non la rende la nostra casa adatta per chi è diversamente abile. Non abbiamo la spa e neanche l’aria condizionata. La sera, d’estate, apriamo le finestre che danno sul fiume Adda e lasciamo che sia la brezza a km zero a rinfrescare e a cullare i sogni dei nostri ospiti. Le nostre camere hanno pavimenti di legno, travi a vista e il tetto d’ardesia ma in parte non sono insonorizzate e, per scelta, manca il frigo bar. Mi piace però pensare che gli ospiti vengano qui per riposare e che in camera usino un tono di voce pacato e tengano basso il volume della TV. Insomma, una casa moderna, ma con i valori della gente di montagna di un tempo. Qualcuno ha scritto sulla lavagna della sala colazione che da noi si arriva ospiti e si riparte amici. Sarà così? Vi invito a venire a scoprirlo di persona.

 

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